Fede e ragione, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. (Mt 2, 1-12).
6 gennaio 2013. Non sarà mai risolto il confronto, e spesso conflitto, tra fede e ragione. Ho sempre pensato che la festa di oggi offra degli spunti di riflessione imprescindibili per chi vuole credere e, al tempo stesso, non rinunciare all’esercizio della sua ragione. Si pensi al modo di procedere di questi saggi orientali, detti magi. Cercano il Cristo attraverso l’uso della ragione, ovvero lo scrutare le stelle. Ricevono conferma da coloro che detenevano il potere religioso, scribi e sacerdoti. Ritornano alla loro ragione riprendendo a seguire la stella, fino a quando essa li conduce dal bambino Gesù e davanti a lui provano gioia grandissima, si prostrano e adorano. Ognuno può cercare il Signore come crede – le vie del Signore sono infinite – ma, in fondo, è importante arrivare a gioire della sua presenza, ad adorarlo sinceramente e profondamente ovunque egli voglia manifestarsi: in un Bambino, in una grotta, in povertà e precarietà. Purché si provi gioia e lo si adori. Penso che questo non valga solo per la ricerca del Signore, ma anche per la ricerca delle piccole o grandi gioie della nostra vita. Ragione e fede, razionalità e sentimento lottano continuamente. E’ importante la lotta? Risolverla? Forse né l’uno, né l’altro. Forse è importante solo gioire e gustare il bene, comunque e dovunque, esso si manifesti.
Non sono le vie che interessano, quanto non essere come Erode: chiuso in se stesso, timoroso di perdere il proprio potere, egoista e invidioso non entra alla festa. Non ha capito dove abita il bene e la gioia. Non ha scrutato e ricercato. Peggio per lui. I magi sono altrove. Tornano a casa per altre strade: in partenza e alla fine le loro vie non coincidono con quelle di Erode. Il confronto-conflitto fede-ragione e/o sentimento-razionalità si può anche non risolvere o risolvere male. Ma chi scruta con insistenza, chi attende umilmente, scopre dove abita la gioia e li corre per offrire i suoi doni.
Rocco D’Ambrosio