Ipocrisia e purificazione, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo.(Mc 7,1-23).
Per raccontare l’ipocrisia non basterebbero volumi e volumi. Gesù, infatti, non la racconta ma la stigmatizza in poche parole, citando quanto era già noto ai suoi ascoltatori, cioè il profeta Isaia e il suo rimprovero: Questo popolo mi onora con le labbra… Penso sia più importante soffermarsi sulla seconda parte, su quello che Gesù dice alla gente, quindi anche a me (che come tutti rischio di essere ipocrita). L’invito è ad ascoltare e comprendere la centralità del cuore e la linea della purezza. Pochi giorni fa ho incontrato un responsabile di un’istituzione e mi ha colpito come accompagnava la linearità del suo discorso con la limpidezza dei suoi occhi, della luce che emanavano. Dal di dentro, direbbe Gesù. Dal di dentro vuol dire tante cose. Sappiamo che il cuore biblicamente è il centro della persona, è il luogo dei pensieri, dei sentimenti, delle emozioni e dei progetti. Ed è lì che si annida la sporcizia, definita da Gesù come propositi di male. Niente di aleatorio, Gesù spiega a cosa si vuole riferire, dando un elenco preciso e tagliente: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Così posto il problema ci porta a ripensare più approfonditamente l’ipocrisia e a vederla come un modo per coprire i propositi di male. Questi, visto che esistono in tuti, in chi più chi meno, ci impongono una via per… limitare i danni! Ossia un modo per debellare il più possibile il male dentro di noi e, quindi, rischiare meno l’ipocrisia.
Tutte le guide di vita spirituale, da Paolo di Tarso a Carlo Maria Martini, hanno scritto tanto sulla via della purificazione interiore e come essa sia la strada più efficace per evitare anche le forme più piccole di male e di relativa ipocrisia. Costantemente devo trovare una via per purificarmi: ma quale? Spesso penso che tutto debba partire da molta onestà e semplificazione. Onestà nel chiamare per nome i piccoli o grandi segni di impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza presenti in me. Opera quasi impossibile, è lì che si annida la prima ipocrisia: mentire a se stessi dicendo come il fariseo al tempio: O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano (Lc 18). E poi la semplificazione: la quantità di immagini, parole, video, concetti, mail, telefonate, messaggi che affollano la nostra giornata spesso non aiutano la purificazione interiore. Essi se non alimentano i propositi di male possono comunque distrarci. Allora? Silenzio, preghiera, studio e… tanta acqua limpida! Per purificarci.
Rocco D'Ambrosio