Desiderio di Cristo, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6, 51-58).
18 giugno 2017. È una domanda un po' scandalizzata quella dei Giudei, nell’odierno brano: Come può costui darci la sua carne da mangiare? Domanda che è in parte una scusa per non aprirsi e ricevere il grande dono di Gesù che si fa pane per noi. Noi abbiamo scuse diverse, ma che comunque prendono le distanze dal dono del pane eucaristico: non abbiamo tempo per andare a messa - ci distraiamo - il sacerdote non ci coinvolge - la predica è noiosa e vuota - basta pregare Dio per conto proprio e via discorrendo. Le scuse hanno diverse origini. Una può essere la stessa dei Giudei: non accettiamo che Gesù si faccia così vicino… da farsi mangiare!
Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita, dice Gesù. Ci sono molti modi per mangiare del Cristo. L’Eucaristia è, e resta, culmine e fonte (Vaticano II) del nutrirci di Lui. La domanda allora è: l’Eucaristia ci nutre? E cosa nutre? Il mio cuore? La mia intelligenza? Le mie emozioni? A queste domande esistono solo e solamente risposte personali.
Tuttavia credo che queste risposte non le troveremo mai se non facciamo attenzione a individuare i nostri bisogni, a saperne disegnare la mappa, nel cuore come nella mente, nella nostra carne come nella nostra storia. Capiamo cosa sia la dieta per il nostro fisico. Ma conosciamo una dieta per l’interiorità? Conosciamo la fame di Cristo? E quelli alimenti spirituali andrebbero eliminati per sentire la fame di Cristo? In termini evangelici: quanto pane mangiamo e poi moriamo? Quale pane di da la vita eterna?
Mi ha sempre fatto tanto pensare il desiderio di poter ricevere l’Eucaristia, da parte di coloro che ne sono esclusi, specie divorziati. Forse noi siamo fra quelli che frequentemente ricevono l’Eucaristia. Ma la desideriamo? Ne abbiamo fame? E che fede è la nostra senza il desiderio di avere il Cristo? È in ciò non possiamo valutare il desiderio con il solo metro delle emozioni o, ancor peggio, dello show che la messa può rappresentare. Il desiderio di avere il Cristo, molte volte, non cerca fronzoli, ne giochi emotivi o spettacolari. Il desiderio ci porta a eucaristie sobrie, celebrate con devozione, con omelie che nascono dal cuore e gesti autentici di chi prega con noi, perché ha lo stesso desiderio di nutrirsi di Cristo.
Rocco D’Ambrosio