Custodendo il bene, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, [i pa newstori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo (Lc 2, 16-21).
1 gennaio 2019. Molti dei nostri auguri per il nuovo anno - scusate la franchezza - sono sostanzialmente vuoti, a volte anche ipocriti e stucchevoli. Ovviamente esistono anche occasioni e forme di auguri fatte col cuore, in sincerità e affetto autentici. Quelli sinceri sono belli, ma spesso nascondono un timore e una domanda: sarà migliore l’anno che sta iniziando?
Come ogni anno il Vangelo odierno è quello dell’ottava di Natale, dedicato a Maria, madre del Figlio di Dio. Non c’è contrapposizione più chiara di questa. Se da una parte ciarlatani, cartomanti, politicanti, falsi amici e venditori di frottole, spargono auguri inconsistenti; dall’altra, per noi cristiani, c’è una donna umile e saggia che parla poco, pochissimo e custodisce molto, moltissimo nel suo cuore. Cosa custodisce? Quello che accade a sé, al suo Figlio, a chi gli fa visita. Custodisce il bene e il bello, che è in lei e attorno a lei. Non che la sua vita non abbia prove e dolori, ma lei custodisce suo Figlio e la bellezza e la bontà che Lui emana e richiama attorno a sé.
Custodire è una bella parola. Il vocabolario elenca le tante sfumature che ha in sé: vigilare, sorvegliare, aver cura, nutrire, mantenere, preservare. Per varcare bene la soglia dell’anno, e introdursi al nuovo, dobbiamo custodire il bello e il buono che il Signore ci ha donato nell’anno appena concluso e con esso entrare nel nuovo.
Vi auguro Buon Anno con le parole di un testimone che ha custodito il bello e il buono della vita con passione: David Maria Turoldo.
Canta il sogno del mondo
Ama saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.
Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda
solo il bene.
E del bene degli altri
godi
e fai godere.
Godi del nulla che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure quel poco
-se necessario-
dividilo.
E vai,
vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta.
Vai di paese in paese
e saluta
saluta tutti
Il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.
Canta il sogno
del mondo
che tutti i paesi
si contendano
d’averti generato.
David Maria Turoldo
Rocco D’Ambrosio