Confini, bene e persone, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Mc 9, 38-48).
Si potrebbe dire che il mondo è fatto anche di confini. Le barriere non riguardano solo popoli, Stati, immigrati e culture. Barriere e confini stanno anche dentro di noi. Forse Giovanni quando riferisce a Gesù del divieto imposto allo sconosciuto aveva in mente qualche barriera. Noi e loro. Buoni e cattivi. Salvi e dannati. Dentro o fuori. Pro o contro. E tanti altri confini ed evidenti barriere. Il Vangelo non ama barriere e confini per tanti motivi. Gesù è dono per tutti e non esclusivo di qualcuno: ”In verità – afferma Pietro - sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (At 10, 34). Gesù fa il bene dove, quando, come e per mezzo di chi desidera: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3, 8). Gesù muore per tutti e vuole salvare tutti.
Ci vuole molta libertà interiore per accettare che il bene non è esclusiva prerogativa dei cattolici. Farebbe bene ogni tanto rileggersi la pagina di Heinrich Böll nel suo famoso Opinioni di un clown: “E' una cosa che ho notato spesso nei cattolici: difendono i loro tesori ‑ i sacramenti, il Papa ‑ come degli avari. Inoltre sono la specie umana più presuntuosa che esista”.
Ci vuole molta libertà interiore per non morire di invidia per il bene che altri stanno realizzando e magari rendere lode a Dio per ciò.
Ci vuole molta libertà e umiltà interiore per ricordarci che il bene non è nostro ma di Dio ed è sempre come il vento, soffia, scompare e riappare… libero, sovrano, inafferrabile. Da Lui proviene tutto il bene del mondo e a Lui ritorna, sempre e comunque. E rispetto all’opera del bene nel mondo la qualifica più appropriata è: servi inutili. Come Gesù ammonisce: “Così anche voi quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17, 10).
Sentirsi liberi e grati nei confronti dell’opera di Dio, del bene che continua a seminare a larghe mani nel mondo, è fonte di pace. Di tanta pace.
Rocco D'Ambrosio