Il mondo che verrà, di Rocco D'Ambrosio
Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». (Mc 13, 24-32).
I riferimenti alla fine del mondo, a tutto quello che si chiama apocalittica, sia in campo religioso che laico, non mancano mai nella storia dell’umanità. Essi molte volte creano un senso di smarrimento, espresso dalle tante domande: finisce tutto su questa terra? Cosa e se c’è un aldilà? Come e quando sarà la fine del mondo? La morte è la fine di tutto? Molte domande accompagnano l’umanità come il pane quotidiano la nostra mensa. Non penso che sia saggio sorprendersi del fatto che anche noi cristiani, pur avendo molte risposte, spesso siamo assaliti da dubbi e tentennamenti. Domandare a sé e agli altri, aver paura dell’inconoscibile è quanto di più umano ci possa essere. E la fede si costruisce sempre su umanità provata e matura, Tommaso direbbe che “la grazia perfeziona la natura e la suppone”. Ebbene: la fine del mondo! Nel brano evangelico Gesù descriva la realtà apocalittica senza paura o effetti speciali o altri elementi che distraggono dalla sostanza. Per noi cristiani la sostanza è che Lui ritornerà! Lo crediamo. Non sempre con la stessa forza e, quando lo crediamo poco, le paure aumentano a dismisura. Ma c’è un altro aspetto importante. Tra di noi e quel momento (personale, ossia la mia morte o comunitario, ossia la fine del mondo e il ritorno di Cristo) non c’è il vuoto assoluto, che non fa altro che aumentare paure e dubbi. Tra noi e quel momento c’è sempre e comunque la Sua Parola: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Chi nutre quotidianamente la sua fede con la Parola di Dio sa bene cosa vuol dire nutrirsi dei suoi testi come rimedio contro ogni paura. Abbiamo scommesso su questa Parola come vera ed eterna. Non solo, ma ne gustiamo ogni giorno quell’intima consolazione perché ci fa fare esperienza di quanto Lui è vicino, è alle porte.
Rocco D'Ambrosio