Storia e memoria, di Franco Ferrara
Cercasi un fine compie 10 anni di vita e raggiunge il numero 100 di pubblicazione.
Diversi sono gli angoli di lettura dell’esperienza.
Il primo ha origine nell’esperienza realizzata dal 1997 al 2002 con il periodico Caro Eberhard.
Alla fine degli anni ‘90, si registrava in terra di Bari la presenza di un laicato responsabile che in maggior parte aveva vissuto il Concilio Vaticano II e il postconcilio. Lo spazio che si apriva era quello lasciato sul terreno non solo dalla fine della Democrazia Cristiana, dalle mutazioni del Partito Comunista e dall’affermazione di nuovi soggetti sociali come l’associazionismo e il volontariato, ma anche dall’abbandono delle militanze politiche nei partiti. Si raccoglievano da diverse sponde i frammenti di queste realtà. Inoltre, nonostante il clamore mediatico, la complessa vicenda di lotta alle mafie e l’esigenza di amministrare le città, uscendo dai recinti della corruzione, rimanevano sullo sfondo. La lotta alle mafie richiedeva un salto di qualità alla laicità e non soltanto a quella pugliese. Era indispensabile un laicato con un’elevata coscienza critica, che necessitava di una formazione permanente in grado di attivare ai vari livelli istituzionali e sociali il discernimento come azione profetica.
In questo humus affonda la matrice e la nascita del giornale e delle scuole di politica.
Infatti, mentre Caro Eberhard si chiudeva, dall’incontro informale di don Rocco D’Ambrosio, Ignazio Grattagliano e chi scrive fu pensato un nuovo percorso formativo che trovasse nell’autonomia laicale il punto di convergenza. L’ispirazione di Bonhoeffer, don Milani, don Tonino Bello, Moro e Stein fu la prima pietra di questo progetto per riscoprire l’impegno politico e sociale a partire dalla propria responsabilità.
Le scuole di formazione socio politica, insieme al giornale e alla casa della convivialità, pensate in divenire dai fondatori, dovevano contribuire alla storia della nuova politica.
È stato facile convogliare sulla proposta del nuovo giornale e delle scuole, il laicato più impegnato nello spazio sociale e politico.
Si è formato un motivato gruppo redazionale che ha trovato reciproca accoglienza e condivisione d’intenti operativi.
La redazione, sede in cui ogni volta è discusso e scelto il tema, ha rotto lo schema tradizionale del lungo articolo e soprattutto dell’essere voce di qualche gerarchia.
La pubblicazione del giornale ha suscitato interesse per i temi trattati, la novità del punto di vista, l’analisi circostanziata, l’autonomia del pensiero e per la speranza di contribuire al cambiamento dell’azione politica.
La sua diffusione ha favorito la nascita e l’affermazione delle scuole di politica sul territorio prima provinciale poi regionale.
Esse sono progettate su modulazione triennale, allo scopo di accorciare la distanza tra cittadino e istituzioni e promuovere la partecipazione attiva e competente a discernere le scelte politiche e amministrative locali, fino alla stesura partecipata dei bilanci comunali.
Possiamo sostenere che le scuole hanno creato interazioni nuove sul territorio: i docenti, i formatori, i redattori sono stati chiamati periodicamente alla formazione.
La loro provenienza dal mondo universitario, da ruoli istituzionali, dal volontariato hanno contribuito all’attuale identità sia del giornale che delle numerose scuole di politica sorte in quasi tutto il territorio pugliese: attualmente ci sono 15 scuole attive.
La rilettura del pensiero politico, dei ruoli istituzionali, dei processi della globalizzazione, della crisi economica, insieme ai temi eticamente sensibili, povertà, Europa, multiculturalità, corruzione e altri temi hanno costituito l’ossatura di CuF e del nuovo impegno politico, che ha fatto leva sulla coscienza e la libertà personale.
Il secondo angolo di lettura è quello della casa della convivialità sociale, politica e interculturale “don Tonino Bello”.
L’idea di far incrociare le culture, di elaborare politiche sociali innovative, scaturiva dalla rilettura del pensiero di don Tonino Bello: “La pace non viene quando uno si prende solo il suo pane e va a mangiarselo per conto suo. Quella è giustizia, ma una volta che è avvenuta la giustizia, non ci sarà ancora la pace. La pace è qualche cosa di più è convivialità, cioè mangiare il pane con gli altri senza separarsi. La pace cosa è? È la convivialità delle differenze, quando si mettono a sedere alla stessa tavola persone diverse che noi siamo chiamati a servire”.
Purtroppo il progetto della casa della convivialità non si è realizzato.
Il reperimento della struttura è diventato uno scoglio insormontabile, inizialmente ci si è adoperati per gestire il complesso residenziale, confiscato per abusivismo edilizio nel 2008 di Cassano delle Murge; poi l’ospitalità nelle strutture dell’Ospedale Miulli; in seguito ci si è orientati nella ricerca di strutture private.
Allo stato attuale la casa della convivialità è sospesa, ma non annullata.
Il Centro Studi Erasmo -primo editore- ha favorito la crescita dell’autonomia laicale e la genesi sia associativa che della pubblicazione di CuF per poi ritirarsi, poiché, è nello stile del Centro Studi promuovere l’autonomia, fedele al pensiero e all’azione di Erasmo da Rotterdam.
Nel 2014 è stato stipulato un accordo con la casa editrice La Meridiana di Molfetta per aprire nuovi spazi tematici e collaborativi.
In cantiere ci sono proposte: il passaggio del giornale su web e la collaborazione con La Meridiana al fine di contribuire alla diffusione delle tematiche fondamentali al rafforzamento dell’autonomia laicale come soggetto innovatore del Mezzogiorno.
Franco Ferrara
[presidente Centro Studi Erasmo, redattore CUF, Gioia, Bari]
Scarica il giornale n. 100, 2015 - Anno XI 
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