Associazionismo, soluzione per una democratica partecipazione? Di Pino Greco
Il marasma quotidiano, ove si riscontra esclusivamente malaffare politico, ritrosità sociale, indifferenza e sfiducia nel prossimo, sembra che abbia come unica soluzione logica e diretta il pieno isolazionismo individuale.
Non possiamo biasimare i nostri figli se adottano un comportamento “casalingo” del rapporto sociale, il quale il più delle volte è sospeso dal contatto via web o dall’interazione multimediale dei giochi o social media con i propri coetanei. Infatti, noi adulti per la disaffezione alla “causa comune” e al bene comune, releghiamo le nostre attività di scambio relazionale alla stessa stregua dei nostri figli (pc, web, facebook, twitter, etc..). Non di certo siamo un buon esempio…
L’attuale visione pessimistica della realtà non può restare tale, anzi per un rilancio di tutte le attività sia sociali, economiche ed etiche, ognuno dovrebbe mutare il proprio atteggiamento, passando dalla chiusura interpersonale alla partecipazione democratica della vita quotidiana della società.
Molte volte identificarsi con movimenti politici diventa difficile, per l’alto tasso di corruzione e di interessi personali che in essi si riversano. Si potrebbe opzionare per l’adesione a quelle correnti sociali rivolte al miglioramento dei propri obiettivi personali, in relazione del raggiungimento di livelli di sviluppo collettivo sostenibili.
In questo stretto spazio fisico/temporale si possono inserire le esperienze associazionistiche, le quali prevedono azioni collegiali, con o senza lucro, atte a sviluppare in modulo democratico le finalità che le stesse si determinano.
Sterminati sono i numeri delle associazioni presenti sul nostro territorio, ma quantitativamente e qualitativamente non sono definite. Dalle esperienze vissute, non tutte hanno le carte in regola o la struttura reggente rispecchia le finalità che le medesime si propongono. Questo riscontro, potrebbe rendere vano tutto quanto sopra descritto, in quanto renderebbe la forma associativa assimilabile a quella politica, con gli stessi vizi e problemi.
Come reagire a quest’ennesimo attacco alla disponibilità di socializzazione?
Cercando di modificare i comportamenti personali di evidente personalismo o delle componenti dello stesso collegio, evitando le storture di imposizione dell’una o dell’altra corrente e cercando convergenze anziché la divisione.
La ricerca della soluzione a questo dilemma richiede necessariamente la perdita di parte della propria autonomia, della personale aspirazione e del soggettivo egocentrismo. Se non si è disposti a cedere parte di questa “indipendenza” a favore di una conduzione condivisa, non c’è partito politico che tenga o associazione che sussista.
A quel punto l’”animale politico” tra il Platonico ed Aristotelico esempio, non potrà mai poter realizzare il tessuto sociale ottimale, ma distorto nella sua essenza e nella sua forma.
Pino Greco – Impiegato Natuzzi – Direttivo Filcams Cgil Bari