10 anni, 100 numeri: pensando di Davide D’Aiuto
Tutto è iniziato con l’università.
Ebbene si. L’università, o meglio il dover svolgere un tirocinio giornalistico, mi ha permesso di conoscere una realtà come Cercasi un fine. Ma prima è necessario anche fare una precisazione.
Io non ho mai avuto un buon rapporto con il volontariato nella mia città. Sarà che dove vivo la parola volontariato ha un’interpretazione diversa da come la considero io, sarà che forse non mi piacciono i meccanismi ristretti e chiusi ad una piccola cerchia di persone, fatto sta che ho sempre litigato con il volontariato fino a due anni fa.
Come detto ho iniziato la mia avventura con Cercasi per un tirocinio: imparare i segreti del giornalismo, della scrittura, della correzione, insomma tutti quei compiti che un futuro aspirante giornalista deve conoscere.
Iniziato come un lavoro, sì uno di quei corsi che obbligatoriamente devi fare all’università, ma alla fine si è trasformato in qualcosa di più. Difficile da spiegare con semplici parole ma ci proverò.
L’accoglienza, cosa a me palesemente sconosciuta nelle precedenti esperienze, è stata fantastica; per la prima volta in vita mia mi sono sentito a casa.
Non è facile, per chi veniva dal vuoto del proprio paese, provare una sensazione di comunità come quella sperimentata in questa esperienza. Trovarsi in sintonia con un gruppo ben avviato e fortificato è stata una delle emozioni più grandi.
Al di là di tutto, forse ciò che rende questo progetto unico è la partecipazione.
C’è sempre qualcuno disposto a dare un aiuto, a mettersi in gioco, a collaborare per tutti. In una società individualista questo senso di unione e collaborazione è un bene prezioso e inestimabile, sicuramente da difendere.
La formazione è l’altro punto fondamentale.
No, non parlo dell’insegnarmi solo i trucchi del mestiere giornalistico, ma principalmente della formazione culturale e politica. È interessante potersi confrontare sui problemi che coinvolgono il mondo in cui viviamo, la società che frequentiamo, cercare soluzioni ai mali che coinvolgono l’umanità.
I seminari, gli incontri, sono punti di riflessione importanti per crescere non solo come persone, ma anche come cittadini.
Alla fine del mio periodo di tirocinio, dopo il quale comunque mi ero divertito nella stesura di qualche articolo e più di una correzione, ho scelto io, ho chiesto io di poter continuare la mia avventura qui.
La mia scelta è stata dettata dalla voglia di poter continuare con un percorso e un cammino che mi è piaciuto sin dall’inizio, che ho trovato interessante.
L’avere tanto da imparare e il potersi confrontare serenamente è utile ai giovani come me che si affacciano ai problemi del mondo per la prima volta.
La mia speranza è poter continuare a crescere e a dare quel qualcosa in più, o meglio restituire, dopo aver ricevuto davvero tanto in questi due anni.
Forse e non sbaglio, visti i precedenti personali, la mia scelta è anche dettata dal pensiero di aver trovato un luogo, un gruppo che ti accoglie come una famiglia e ti apre le porte di una casa.
Davide D’Aiuto
[dottore in comunicazione, redazione CuF, Bitetto, Bari]